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26-08-2025IT SYSTEMS MANAGEMENT

Monitoraggio infrastruttura IT: gli errori da evitare

Scopri i 6 errori più frequenti nel monitoraggio dell’infrastruttura IT e come evitarli con le best practice giuste per aziende e professionisti IT.

Il monitoraggio dell’infrastruttura informatica è una funzione strategica per garantire la continuità operativa, prevenire malfunzionamenti e ottimizzare le performance dei sistemi.

Eppure, molte aziende commettono errori che ne compromettono l’efficacia.

In questo articolo analizziamo i sei errori più diffusi nel monitoraggio IT e le azioni concrete per evitarli.

Cos’è il monitoraggio dell’infrastruttura informatica

Il monitoraggio dell’infrastruttura informatica è l’insieme di attività e strumenti utilizzati per osservare costantemente lo stato di server, reti, applicazioni e dispositivi connessi.

Il suo obiettivo è triplice: prevenire interruzioni del servizio, mantenere il controllo delle risorse IT e migliorare la performance dei sistemi aziendali.

Un sistema di monitoraggio dei sistemi IT configurato correttamente permette di:

  • Rilevare tempestivamente anomalie;
  • Individuare colli di bottiglia;
  • Supportare sia la pianificazione strategica sia le decisioni operative quotidiane;
  • Avere una base solida di dati;
  • Garantire continuità operativa;
  • Migliorare l’affidabilità dei servizi digitali;
  • Ottimizzare le prestazioni complessive dell’infrastruttura.

I 6 errori più comuni nel monitoraggio dei sistemi IT

È fondamentale conoscere gli errori più frequenti che le aziende commettono nel monitoraggio IT e impostare le misure corrette per evitare le criticità operative e gestionali.

Vediamo i sei problemi più rilevanti e le relative soluzioni.

1. Mancanza di monitoraggio proattivo

Molte aziende adottano un approccio reattivo, ovvero intervengono solo dopo che si è verificato un guasto. Questo comportamento espone a conseguenze rilevanti:

  • Tempi di inattività prolungati;
  • Perdita di dati critici;
  • Costi imprevisti.

Il monitoraggio proattivo IT, invece, permette di anticipare i problemi prima che si trasformino in interruzioni gravi.

Utilizzare alert e soglie automatiche consente di ricevere notifiche immediate in caso di anomalie, permettendo interventi rapidi e mirati.

Adottare strumenti con funzionalità predittive contribuisce in modo decisivo alla gestione dei sistemi IT aziendali, assicurando continuità e performance in linea con gli standard definiti.

2. Documentazione incompleta o obsoleta

Monitorare è utile solo se si sa cosa si sta monitorando. Una documentazione dell’infrastruttura IT non aggiornata può causare:

  • Diagnosi errate;
  • Ritardi nelle operazioni di ripristino;
  • Scelte sbagliate nella gestione delle risorse.

Mantenere aggiornata la documentazione è essenziale. Esistono strumenti che creano un inventario asset IT automatico, mappando l’intero ecosistema hardware e software in modo dinamico.

Una revisione periodica dei documenti garantisce allineamento tra realtà operativa e informazioni disponibili.

3. Scarsa comunicazione tra IT e altri reparti

Se le informazioni rilevate restano circoscritte all’ambito tecnico e non vengono condivise con il resto dell’organizzazione, si rischia di vanificare il potenziale strategico di questi dati.

Senza un collegamento strutturato tra l’area IT e le altre funzioni aziendali, è difficile:

  • Definire priorità condivise;
  • Supportare le decisioni manageriali;
  • Allineare le strategie operative.

Utilizzare dashboard di monitoraggio IT intuitive, accompagnate da report periodici pensati per stakeholder non tecnici, favorisce la trasparenza tra reparti e migliora la collaborazione.

4. Assenza di un piano di continuità operativa (BCP)

Affidarsi esclusivamente al monitoraggio non è sufficiente, è fondamentale sapere come reagire in caso di guasti o attacchi.

L’assenza di un BCP (Business Continuity Plan) rappresenta una criticità rilevante, poiché limita la capacità dell’organizzazione di rispondere efficacemente a interruzioni improvvise o eventi critici.

Per garantire la continuità operativa IT, il piano deve:

  • Identificare i processi e i servizi critici da mantenere attivi;
  • Mappare le dipendenze tra sistemi, applicazioni e risorse;
  • Definire i Recovery Time Objective (RTO) e i Recovery Point Objective (RPO);
  • Stabilire soglie di allerta e procedure di escalation;
  • Assegnare ruoli, responsabilità e referenti operativi;
  • Redigere piani di comunicazione per gli stakeholder interni ed esterni;
  • Predisporre strategie di backup e ripristino verificate regolarmente;
  • Svolgere test periodici di fault, failover e scenari di emergenza.

Solo un approccio sistemico consente di integrare efficacemente il monitoraggio con la continuità operativa e ridurre al minimo i tempi di inattività.

5. Utilizzo di sistemi di monitoraggio obsoleti

Molte aziende si affidano ancora a strumenti che non rispondono più alle esigenze degli ambienti IT attuali. I sintomi più evidenti dell’obsolescenza sono:

  • Interfacce lente o non intuitive;
  • Assenza di integrazione tramite API;
  • Incompatibilità con ambienti cloud o ibridi;
  • Difficoltà di aggiornamento e scalabilità;
  • Vulnerabilità non più coperte;
  • Ritardi nella generazione di alert e report;
  • Costi elevati per manutenzione e personalizzazioni.

Per garantire visibilità in tempo reale e scalabilità, è necessario adottare strumenti di monitoraggio moderni e modulari.

Inoltre, un aggiornamento software IT regolare consente di evitare vulnerabilità e migliorare l’efficienza operativa.

6. Soluzioni di monitoraggio non integrate

Utilizzare strumenti separati per log, asset, performance e alert porta a una visione frammentata e inefficiente. I problemi più comuni sono:

  • Dati incoerenti;
  • Maggiore manutenzione;
  • Decisioni più lente.

Per superare queste criticità è utile adottare una piattaforma di monitoraggio unificata, in grado di:

  • Integrare tutte le funzioni in un unico ambiente;
  • Ridurre i silos IT;
  • Migliorare i tempi di risposta.

L’integrazione dei sistemi IT in un ecosistema digitale che permette una gestione centralizzata è oggi indispensabile per una governance efficace.

Verso un monitoraggio IT più efficace

In conclusione, conoscere ed evitare gli errori più comuni nel monitoraggio IT consente di proteggere la continuità operativa, ottimizzare l’utilizzo delle risorse e migliorare la qualità del servizio erogato.

Per farlo, serve adottare una visione moderna e integrata, capace di combinare strumenti tecnologici avanzati, procedure strutturate e una comunicazione fluida tra reparti.

Una risposta concreta a queste esigenze è rappresentata da NetEye, una soluzione progettata per offrire un monitoraggio unificato e sostenibile, perfettamente allineato con i requisiti operativi delle infrastrutture IT moderne.

 

 

 

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