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23-09-2025IT SYSTEMS MANAGEMENT

Security Risk Management: guida per proteggere l’azienda dalle minacce digitali

Scopri cos’è il Security Risk Management e come applicarlo in azienda: strumenti, framework e KPI per proteggere dati e operatività da rischi digitali.

Il Security Risk Management è diventato un pilastro imprescindibile per ogni azienda che voglia proteggere dati, processi e continuità operativa dalle minacce digitali sempre più sofisticate.

Oggi non basta più implementare soluzioni tecniche, ma serve un approccio strutturato che combini prevenzione, risposta e governance.

In questo articolo vedremo:

  • Che cos’è il Security Risk Management;
  • Perché è cruciale oggi;
  • Framework e standard di riferimento;
  • Come valutare i rischi informatici;
  • KPI per monitorare l’efficacia del piano;
  • Security Risk Management e governance IT.

Continua a leggere per approfondire ogni aspetto e capire come applicarlo nella tua azienda.

Che cos’è il Security Risk Management

Il Security Risk Management è l’insieme delle pratiche e dei processi che consentono di identificare, analizzare e gestire i rischi legati alla sicurezza informatica. Non si limita alla protezione tecnica dei sistemi, ma comprende anche la valutazione preventiva delle minacce e la pianificazione di risposte efficaci agli incidenti.

Fa parte a pieno titolo della governance IT, perché orienta decisioni strategiche e garantisce che la gestione dei rischi sia integrata nella cultura e nei processi aziendali.

Le aziende più evolute adottano riferimenti internazionali come ISO/IEC 27005, che fornisce linee guida specifiche sulla gestione del rischio di sicurezza delle informazioni, o il approccio NIST (National Institute of Standards and Technology), ampiamente utilizzato in contesti regolamentati.

In questo modo, il Security Risk Management si collega strettamente all’IT System Management, assicurando che le politiche di gestione dei sistemi supportino gli obiettivi di resilienza e conformità.

Perché il Security Risk Management è cruciale oggi

Il contesto tecnologico odierno ha aumentato l’esposizione alle cyber minacce aziendali, rendendo la gestione dei rischi informatici una priorità strategica.

L’aumento di attacchi ransomware, la vulnerabilità crescente delle supply chain digitali e le minacce persistenti avanzate (APT) dimostrano quanto sia fragile l’ecosistema digitale.

Inoltre, la superficie d’attacco si è estesa con l’adozione massiccia di cloud, smartworking e dispositivi BYOD (Bring Your Own Device), aumentando i punti di ingresso per possibili violazioni.

Le conseguenze non si fermano ai soli danni tecnici. Una violazione che comporta la perdita di dati può causare perdita di fiducia da parte di clienti e partner, oltre a sanzioni pesanti legate a normative come il GDPR.

Quindi, proteggere i dati aziendali significa tutelare anche la reputazione e la solidità legale dell’impresa.

Framework e standard di riferimento

Per affrontare la gestione dei rischi IT in modo strutturato, le aziende si affidano a framework riconosciuti che offrono metodologie solide per la valutazione e mitigazione delle minacce. Tra i principali standard troviamo:

  • NIST Risk Management Framework. Ampiamente usato a livello globale, fornisce un approccio strutturato in cinque funzioni chiave – Identifica, Proteggi, Rileva, Rispondi, Recupera – suddivise ulteriormente in 17 categorie di controllo. Ideale per realtà che operano in ambiti regolamentati o con requisiti stringenti.
  • ISO 27001. È lo standard internazionale per i sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni (ISMS). Definisce i requisiti per implementare, mantenere e migliorare continuamente la sicurezza, supportando anche l’ottenimento di certificazioni utili in mercati che richiedono riconoscimenti ufficiali.
  • FAIR Model. Si concentra sulla quantificazione dei rischi di sicurezza informatica, consentendo di stimare la probabilità e l’impatto di un evento. Utile per aziende che vogliono adottare una gestione del rischio basata su metriche quantitative.

A seconda delle esigenze (certificazioni, presenza internazionale o necessità di risk quantification) è possibile scegliere o integrare più approcci.

In questo contesto si inserisce anche il concetto di gestione dei rischi informatici, che trova in questi modelli la base metodologica per essere applicato in modo efficace.

Come valutare i rischi informatici: approccio step-by-step

Implementare un modello di gestione del rischio IT richiede un percorso metodico che coinvolge diverse aree aziendali. Ecco le quattro fasi fondamentali:

  1. Identificazione. Consiste nel censire in modo sistematico asset e minacce, dai server ai database fino agli endpoint più esposti e agli accessi privilegiati, per costruire una mappa tecnica dei rischi.
  1. Prevede l’analisi delle minacce e la valutazione del rischio calcolato come prodotto tra probabilità e impatto, determinando così le priorità di intervento secondo criteri oggettivi e quantitativi.
  1. Mitigazione. Include l’adozione di misure tecniche – come la segmentazione delle reti o l’uso dell’MFA – e organizzative, attraverso policy chiare e programmi di awareness che riducano i comportamenti rischiosi.
  2. Monitoraggio continuo. Per essere efficace il security risk management deve evolvere nel tempo. Si utilizzano strumenti come SIEM, vulnerability scanner e aggiornamenti regolari dei processi, per un’analisi dei rischi informatici sempre allineata alle nuove minacce.

KPI per monitorare l’efficacia del piano

Per misurare l’efficacia della sicurezza IT, servono indicatori chiari che evidenzino punti di forza e aree da migliorare. Alcuni dei KPI per la cybersecurity più significativi sono:

  • MMTD (Mean Time To Detect). Misura il tempo medio per individuare una minaccia. Un valore basso indica un buon livello di monitoraggio.
  • MTTR (Mean Time To Respond). Misura il tempo per rispondere e contenere un attacco. Indica la prontezza del team e l’efficacia delle procedure.
  • Numero di incidenti gravi evitati. Utile come metrica poiché indica quante potenziali crisi sono state disinnescate grazie a controlli proattivi.
  • Tasso di copertura delle patch e aggiornamenti critici. Misura la percentuale dei sistemi aggiornati rispetto alle vulnerabilità note. È un benchmark dell’azienda rispetto alla sua situazione difensiva.
  • Percentuale di conformità alle policy di sicurezza. Evidenzia quanto utenti e sistemi rispettano le regole interne, riflettendo anche l’efficacia delle campagne di formazione.

Questi indicatori di performance permettono di valutare nel tempo la solidità del piano di gestione dei rischi e di dimostrare i risultati a stakeholder e direzione.

Security Risk Management e Governance IT: un approccio integrato

Una gestione avanzata dei rischi informatici non può prescindere dall’integrazione di questo processo nella governance IT aziendale. Significa andare oltre la semplice protezione tecnica dei sistemi e sviluppare una visione strategica che guidi in modo consapevole l’intero percorso di digitalizzazione.

Il Security Risk Management si intreccia con:

  • Compliance normativa, per garantire la conformità a regolamenti come GDPR, ISO o standard settoriali.
  • Business continuity, che prepara l’azienda a scenari di crisi salvaguardando la continuità operativa.
  • Audit IT e controlli interni, indispensabili per rendere le attività tracciabili e i rischi effettivamente misurabili.

Questo approccio porta numerosi vantaggi, tra cui:

  • Maggiore resilienza operativa, perché l’azienda è pronta a reagire e adattarsi rapidamente a eventi imprevisti.
  • Consapevolezza condivisa, che si diffonde a tutti i livelli aziendali riducendo i rischi derivanti da comportamenti inconsapevoli.
  • Decisioni data-driven, supportate da analisi strutturate che rendono la strategia IT più efficace e sostenibile.

In definitiva, collegare la sicurezza informatica e compliance alla governance permette di trasformare la gestione dei rischi in un elemento concreto a supporto della tutela e della crescita del business.

 

 

 

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