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26-11-2025CYBER SECURITY

Gestione dei rischi informatici: come devono comportarsi le aziende?

Scopri come gestire i rischi informatici in azienda con approccio strategico e conforme alla direttiva NIS2

La digitalizzazione dei processi aziendali ha ampliato il perimetro di esposizione delle organizzazioni, rendendole bersagli sempre più appetibili per attacchi hacker sofisticati.

In questo contesto, la gestione dei rischi informatici non può essere considerata un’attività accessoria, ma rappresenta una funzione essenziale per garantire continuità operativa, integrità dei dati e conformità normativa.

Per affrontare il rischio in modo strutturato e proattivo è necessario conoscere:

  • Cosa s’intende per gestione dei rischi informatici;
  • Le fasi della gestione del rischio informatico;
  • Best practice e strumenti per una gestione efficace;
  • Il ruolo della direttiva NIS2 nella gestione dei rischi informatici;
  • Perché la gestione dei rischi informatici è un processo continuo.

Cosa s’intende per gestione dei rischi informatici

La gestione dei rischi informatici è un processo continuo e strutturato che consente di individuare, analizzare e mitigare le minacce che possono compromettere la sicurezza dei sistemi informativi e dei dati aziendali.

Questa attività cruciale persegue due obiettivi fondamentali:

  • Ridurre la probabilità che un evento dannoso si verifichi;
  • Minimizzare gli impatti sull’operatività in caso di attacco riuscito.

Il Cyber Risk Management è parte integrante di una più ampia strategia di Enterprise Risk Management (ERM), che mira a tutelare l’organizzazione sotto tutti i punti di vista, non solo quello tecnologico.

Le fasi della gestione del rischio informatico

La gestione dei rischi informatici si sviluppa attraverso una serie di passaggi interdipendenti, ciascuno con un ruolo chiave nel rafforzare la struttura di sicurezza complessiva dell’organizzazione.

Identificazione delle risorse critiche

Censimento degli asset critici (infrastrutture, dati, applicazioni), analisi delle vulnerabilità, delle minacce interne ed esterne, e dei possibili scenari di attacco.

Analisi e prioritizzazione del rischio

Attribuzione di priorità ai rischi rilevati, basata su una combinazione di probabilità e impatto. Le metodologie possono essere qualitative, quantitative o ibride.

Trattamento e mitigazione dei rischi

Scelta delle misure più appropriate per gestire ciascun rischio. Le opzioni includono la prevenzione, la mitigazione, il trasferimento (es. assicurazione) o l’accettazione consapevole del rischio residuo.

Monitoraggio e revisione

Aggiornamento costante delle strategie e dei controlli, in risposta all’evoluzione delle minacce e al cambiamento del contesto tecnologico e normativo.

Best practice e strumenti per una gestione efficace

Per essere realmente efficace, la gestione del rischio deve basarsi su un mix di misure tecniche, organizzative e procedurali. Tra le più rilevanti:

  • Esecuzione di audit di sicurezza periodici e assessment mirati;
  • Impiego di strumenti di analisi predittiva e automazione dei controlli;
  • Adozione di tecnologie come firewall, IDS/IPS, crittografia dei dati e autenticazione multifattore;
  • Formazione continua del personale sui temi della sicurezza informatica e della gestione del rischio;
  • Applicazione di framework consolidati come il NIST Risk Management Framework (RMF) o la norma ISO/IEC 27005;
  • Monitoraggio attraverso metriche di rischio e punteggi (risk scoring) per valutare l’efficacia delle contromisure.

Il ruolo della direttiva NIS2 nella gestione dei rischi informatici

La direttiva NIS2, in vigore a livello europeo dal 2023 e recepita in Italia nell’ottobre 2024, impone alle aziende coinvolte l’adozione di un approccio sistemico alla gestione del rischio cyber.

Le organizzazioni devono definire policy strutturate per l’analisi dei rischi, la gestione degli incidenti, la continuità operativa e la sicurezza lungo la catena di fornitura.

La direttiva NIS2 definisce un insieme di misure concrete che le aziende devono adottare per rafforzare la propria postura di sicurezza:

  • Adozione di policy di gestione del rischio e misure tecniche adeguate;
  • Piani di risposta agli incidenti e business continuity;
  • Valutazione dei rischi nella supply chain;
  • Obbligo di notifica degli incidenti significativi;
  • Formazione del personale;
  • Protezione delle infrastrutture digitali.

La direttiva si applica a soggetti pubblici e privati operanti in settori considerati essenziali o critici, con l’obiettivo di aumentare la resilienza collettiva del tessuto economico europeo.

Perché la gestione dei rischi informatici è un processo continuo

La natura stessa del rischio informatico impone un approccio dinamico, perché le minacce evolvono rapidamente.

La digitalizzazione delle aziende coinvolge sempre più processi e persone, le nuove vulnerabilità emergono ogni giorno e gli hacker affinano le loro tecniche per eludere i sistemi di sicurezza.

In questo scenario, le strategie di difesa non possono essere statiche. Occorre una governance flessibile, capace di adattarsi in tempo reale al contesto e di garantire un ciclo virtuoso di miglioramento continuo.

Conclusione: gestire il rischio per tutelare l’azienda

La gestione del rischio informatico non è solo un requisito normativo, ma una scelta di responsabilità.

Investire in questo ambito significa costruire le basi per una resilienza digitale duratura, capace di sostenere l’innovazione tecnologica senza compromettere la sicurezza.

Un approccio strutturato, aggiornato e integrato nella governance aziendale è oggi la condizione minima per affrontare un panorama di minacce in continua evoluzione.

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